Fosco Maraini (scrittore) Firenze. 30.1.2000
Intervista di Gianfranco Gramola
Uno
dei migliori orientalisti italiani
Omaggio allo scrittore, morto a Firenze martedì 8 giugno 2004
Fosco Maraini nasce a Firenze il 15 novembre
1912 da Antonio Maraini, noto scultore di antica famiglia ticinese, e da Yoi
Crosse, scrittrice di padre inglese e madre polacca. Maraini trascorre
l’infanzia e l’adolescenza a Firenze compiendo coi genitori frequenti viaggi
in Italia, Inghilterra, Svizzera, Francia e Germania.
Nel 1935, sposa Topazia Alliata, discendente di un’antica casata
siciliana, dal matrimonio con la quale nasceranno le tre figlie Dacia (1936),
Yuki (1939) e Toni (1941). Nel 1937 parte al seguito del celebre orientalista
Giuseppe Tucci per una lunga spedizione in Tibet. Questa esperienza convince
definitivamente Fosco Maraini a dedicarsi alla ricerca etnologica e allo studio
delle culture orientali. Tornato in Italia, conclude i suoi studi, laureandosi
nello stesso anno in Scienze Naturali all’Università di Firenze.
L’occasione di dedicarsi pienamente alla ricerca etnologica gli è offerta da
una borsa di studio per ricercatori stranieri messa a disposizione della Kokusai
Gakuyu Kai, un’agenzia del Governo giapponese. Nel 1939 si trasferisce con la
famiglia a Sapporo, nell’isola di Hokkaido. Dopo l’8 settembre 1943,
rifiutandosi di aderire alla Repubblica di Salò, Maraini, insieme alla sua
famiglia e a un’altra trentina di residenti italiani in Giappone, viene
internato in un campo di concentramento a Nagoya. Nel 1953, Maraini ritorna in
Giappone dove gira una serie di documentari etnografici. Nel 1958, Maraini –
da tempo appassionato alpinista – viene invitato dal Club Alpino Italiano alla
spedizione nazionale al Gasherbrum IV (7980 m.) nel Karakorum. L’anno
successivi è capo della spedizione italiana al Picco Saraghrar nell’Hindu-Kush.
Il resoconto alpinistico ed etnografico di queste spedizioni costituisce
l’argomento dei due volumi G4- Karakorum, del 1959, e Paropàmiso, del 1960,
che vengono ambedue tradotti in più lingue. Fra
il 1959 e il 1964, su invito del professor Richard Storry, lavora come
ricercatore associato presso St. Antony’ s College (Dipartimento di Civiltà
dell’Estremo Oriente) di Oxford. In quegli stessi anni, per conto
dell’editore italiano De Donato compie un lungo viaggio attraverso l’Asia,
toccando l’India, il Nepal, la Thailandia, la Cambogia, il Giappone e
la Corea. Nel 1972 Maraini ritorna a Firenze dove gli viene affidato
l’incarico di Lingua e Letteratura Giapponese presso la Facoltà di Magistero
dell’Università degli Studi, incarico che lascia nel 1983 per raggiunti
limiti d’età. Su espresso desiderio di Maraini, la sua biblioteca orientale e
la fototeca delle immagini da lui riprese nel corso della sua vita sono state
acquisite dal Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux, costituendo la
base sulla quale è nato il Programma da Maraini stesso, battezzato “Vieusseux-Asia”.
Nelle intenzioni di Maraini i materiali da lui raccolti dovrebbero infatti
garantire a Firenze e alla Toscana la disponibilità di strumenti per la
conoscenza dell’Asia Orientale tali da garantire la ripresa di
quell’interesse che era stato fino agli anni Trenta del Novecento così
vitale. E’ morto nel giugno del 2004, con la volontà di essere seppellito in
un piccolo cimitero della Garfagnana.
Breve
elenco dei libri che ha scritto:
Segreto Tibet - L'isola delle pescatrici - Gnosi delle fànfole - Poesie
metasemantiche - Gli ultimi pagani
- Case, amori, universi - Ore
giapponesi – G-4 Karakorum.
Ha detto:
- La formazione scientifica ti offre una
quadratura mentale che può risultare molto utile anche in ambito letterario.
-
Non esistono le razze, esistono solo le culture.
- Mi
sento profondamente giapponese, proprio nell’anima. Ho passato là 20 anni
della mia vita. Un periodo molto fertile: alle mie radici ho aggiunto un altro
capitolo, un altro panorama, un altro giardino.
-
Ricordare, ad una certa età, viene spontaneo. Ricordare significa mettere a
fuoco i vari momenti della vita, i vari clima.
- La
memoria ci fa veramente compagnia. Riposta a noi il passato, i fantasmi, che
sono più vero delle figure attuali e danno più risposte di quanto non faccia
la vita quotidiana.
Curiosità
- Negli
ultimi tempi, profondamente colpito dalla strage delle Torri Gemelle, si era
dedicato con appassionato impegno allo studio dei rapporti tra Islam e
Occidente, riconsiderando le sue esperienze dirette di incontro con la cultura
islamica.
- Nel 1948, subito dopo il ritorno in Italia,
Maraini parte per un secondo viaggio in Tibet con Giuseppe Tucci. Da questa
esperienza nascerà, dopo qualche anno di gestazione, Segreto Tibet, volume che
viene tradotto in dodici lingue.
- Ha scritto ”Nuvolario”, un libretto in
cui ha tentato di classificare le nuvole.
- Nel 1972, ha
fondato l’Associazione italiana per gli Studi Giapponesi (Aistugia)
di cui è stato presidente fino alla morte.
- Nel
1970, il Ministero degli Affari Esteri lo nomina direttore delle pubbliche
relazioni al Padiglione Italia dell’Esposizione Universale di Osaka. Lo stesso
anno sposa in seconde nozze la sua attuale compagna Mieko Namiki.
- Ai
suoi viaggi e agli studi sull'Oriente Maraini ha dedicato molti libri, tra cui
“Segreto Tibet – case, amori, universi – Ore giapponesi”, ed una serie
di documentari etnografici; questi ultimi però oggi sono andati quasi tutti
perduti.
Intervista
E’
nella sua casa fiorentina di viale Magalotti 6, a due passi da Porta Romana.
In
quale periodo, Fosco, sei stato “abitante” di Roma?
Esattamente
dal ’56 al ’60. Io a Roma avevo i nonni e allora avevo una famigliarità di
decenni con Roma, perché stavo appunto con i miei nonni, di tanto in tanto.
Quindi per me Roma non era una cosa nuova. Era come una seconda casa e di Roma
ho dei bellissimi ricordi.
In
quale zona stavi?
Ho
abitato sempre nella stessa zona, cioè nel lungotevere Arnaldo da Brescia,
nella casa dell’ingegnere Nervi. C’è ancora ed è un bellissimo posto.
Il
tuo rapporto con Roma, com’è?
Ottimo,
caro Gianfranco, anche perché lì c’ho le figlie e i nipoti. Metà famiglia
sta a Roma. Inoltre giudico buona la cucina romana ed ho un buon rapporto con
questa cucina che io chiamo “pastorale”, ma amo anche la cucina “
agricola” di Firenze.
Sicuramente
avrai un angolino di Roma che ami, vero?
Si!
Piazza del Popolo. La amo molto perché lì ho tanti bei ricordi.
Cosa
provi nel tornare a Roma dopo una lunga assenza?
Una
grande emozione nel tornare nella maestà della Città Eterna. Provo un qualcosa
di particolare, unico al mondo.
Cosa
ne pensi dei romani. Ti piacciono?
Questa
è una domanda un po’ difficile. Ogni popolo ha i suoi pregi e difetti. I
romani, come difetto, trovo che siano un po’ qualunquisti e troppo abituati a
piegarsi al tirare di ogni vento. Come pregio invece ho notato che sono degli
ottimi amici e quando si conoscono bene, sono veramente degli amici carissimi,
ecco.
Un
consiglio a Rutelli per migliorare Roma?
E’
da un po’ che non vengo a Roma, comunque l’unica cosa che vorrei dire al
sindaco di Roma è di risolvere il problema del traffico, perché
è una cosa terribile, una piaga per la città che è stata definita
Caput Mundi.
Ma
secondo te, Roma è o era la città più bella del mondo?
Diciamo
che è fra le 5 più belle del mondo, questo si. Te lo dice uno che il mondo
l’ha visto.
Hai
vissuto la Roma notturna, Fosco?
No!
La Roma notturna non l’ho mai vissuta, perché non mi è mai interessata.
Qualche passeggiata dopo cena l’ho fatta, quella si, ma la Roma by night, no.
In
quale zona amavi passeggiare?
Io
ero vicinissimo a villa Borghese e allora la frequentavo spessissimo. Oppure
andavo di fronte a Monte Mario. Però mi piaceva girare Roma anche in macchina,
in mezzo al traffico caotico di Roma. Quando avevo qualche giorno libero, invece
scappavo da Roma e mi rifugiavo in Abruzzo. Non a Pescasseroli, dove ha una
bellissima casa mia figlia Dacia, la scrittrice famosa, ma
mi rifugiavo sulle montagne, cioè sul Gran Sasso, sulla Maiella. Non so
se lo sai, ma io sono un grande appassionato di sci e di montagna. Io per 15
anni ho avuto una casa dalle tue parti, caro Gianfranco,ed esattamente a Selva
Val Gardena. Proprio in quella zona dove veniva spesso anche il presidente della
Repubblica Sandro Pertini.